No, guardi, le spiego
Luca seguiva, a testa bassa, la lista della spesa che aveva stilato con meticolosità. Mancava sempre qualcosa in quella lista, ma quando usciva di casa tenendo in mano il blocco e la penna ne andava quasi orgoglioso.
Il carrello aveva sempre le buste ben aperte, dove infilava direttamente le cose dopo averle battute con il lettore portatile, perché la spesa era solo all'Esselunga. Reparto spezie: servivano erba cipollina e prezzemolo. Andavano benissimo quelli essiccati in barattolo. Perché scegliere Cannamela o un’altra marca? Non era roba sua, ma gli spiaceva spendere del tempo a guardare i prodotti per far finta di scegliere consapevolmente.
Batte il primo. Batte il secondo. Allunga la mano per riporre nelle borse... le borse, dove sono le borse? Davanti a sé aveva un carrello che non riconosceva; a fianco al suo carrello c'era un altro carrello che era stato abbandonato. Quanto odiava la gente che abbandona i carrelli. Lui non riusciva proprio ad allontanarsi a più di un metro dal suo, nemmeno fosse un bambino piccolo da accudire.
Ma in ogni caso, in mano ora aveva il lettore di un altro. Ok, calma. Ribattiamo i prodotti sul lettore giusto, ma non è che si possono lasciare i prodotti battuti sul lettore dell’abbandonatore di carrello... Luca si immaginava già il cliente che tornando a casa vedeva erba cipollina e prezzemolo e andava a lamentarsi all’assistenza clienti. Insomma, la cosa andava sistemata per evitare escalation di sorta. Sì, ma veloce.
Si guardò intorno. Boh, chi poteva essere l’abbandonatore di carrello? Dai, nessuno lo guardava strano, via, veloce: andavano rimossi i pezzi dal lettore sbagliato. Plin. Primo rimosso. Plin. Secondo rimosso. Era già più tranquillo.
Un ultimo sguardo intorno ed eccola. Era lei l’abbandonatrice di carrello. Una ragazza lo fissava in silenzio, ferma all’ingresso della corsia caffè e infusi. Sembrava aspettare una spiegazione mentre Luca armeggiava con il suo lettore della spesa.
Lei vestiva una tuta bianco panna con un piumino da mezza stagione. Le si davano trentacinque anni, ma non portati benissimo, capelli mal tenuti. In mano teneva una confezione di tè e una di arabica Lavazza. Luca poteva solo sorridere, non troppo convinto.
— No, guardi... le spiego...
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