L’aria era frizzante

Edo si era seduto su una panchina al centro del parco delle Esplanadi, là dove sorgeva la statua di Johan Ludvig Runeberg, di cui non sapeva nulla e su cui non aveva alcuna intenzione di informarsi.

Quel parco era il cuore della città, un lungo viale alberato che si apriva come un respiro tra i palazzi del centro. File di alberi ancora spogli segnavano il percorso, mentre le aiuole, nonostante l’inverno appena passato, iniziavano a punteggiarsi di verde. Le panchine di legno scuro, alcune occupate da turisti e passanti, altre lasciate vuote, sembravano attendere nuove storie da ascoltare.

Era una di quelle giornate in cui il cielo si stendeva sopra la città di un azzurro limpido, senza nuvole. Il sole, ancora tiepido, accarezzava le strade, regalando un anticipo di primavera. Edo era seduto lì, con la mente leggera, lasciandosi avvolgere dalla vita della città che scorreva intorno a lui, senza fretta.

Vicino all’aiuola ai piedi della statua, un musicista suonava Sultans of Swing con una chitarra elettrica, accompagnando la propria voce con un’energia rilassata.

In quella giornata di marzo a Helsinki, l’aria era frizzante. Edo sedeva, osservando le persone intorno a lui e assaporando la musica. C’era chi, come lui, si era fermato ad ascoltare, chi passeggiava per godersi la giornata di sole e chi faceva jogging. C'era chi portava a spasso il cane, chi camminava con la moglie e chi faceva entrambe le cose contemporaneamente.

Una signora sulla cinquantina, colta dall'entusiasmo, accennava qualche passo di danza, come se si trovasse in una moderna Woodstock.

Edo era lì seduto, ascoltava e osservava ciò che lo circondava. Per lui, il bello di viaggiare era trovare luoghi lontani che, in qualche modo, gli dessero la sensazione di essere a casa. Quella era, in fondo, la sua fortuna: vivere in una città da cui, in poche ore, poteva trovarsi a migliaia di chilometri di distanza.

Edo non aveva mai capito perché visitare una città dovesse significare per forza vedere tutte le chiese e i monumenti, fotografare e filmare ogni angolo per poi postarlo su Instagram. Visitare una città era per lui semplicemente viverla per qualche ora, lasciandosi trasportare dal suo ritmo, diverso da quello di casa.

Si, comunque le canzoni dei Dire Straits non finiscono mai, ma Edo aveva un treno da prendere e poi un aereo... era ora di lasciare la panchina. Chissà come sarebbe stato quel pranzo finlandese che aveva prenotato in volo?

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