Malocchio
Quel quartiere, un tempo cuore industriale con le sue fabbriche, era stato quasi del tutto trasformato in un'area residenziale. Eppure, gli edifici delle vecchie manifatture, ora riconvertiti in uffici e studi di vario tipo, conservavano ancora i loro muri di mattoni rossi, come cicatrici di un passato che si rifiutava di svanire. Nei vicoli che li costeggiavano, l’aria sembrava sospesa tra due epoche, e camminarci dentro dava l’impressione di attraversare un frammento di tempo dimenticato. Era notte fonda quando Alessio e Raul percorrevano uno di quei vicoli, rientrando a casa dopo una serata trascorsa in un pub del quartiere. L’atmosfera del locale era rimasta attaccata ai loro vestiti: il fumo stantio, l’eco distante di un contrabbasso, la voce graffiata di una cantante che accarezzava brani di jazz elettronico. Fuori, la città sembrava trattenere il fiato. I lampioni, pochi e distanti, proiettavano ombre lunghe e deformi sull'asfalto, ancora umido per la pioggia del giorno....