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Visualizzazione dei post da marzo, 2025

Malocchio

Quel quartiere, un tempo cuore industriale con le sue fabbriche, era stato quasi del tutto trasformato in un'area residenziale. Eppure, gli edifici delle vecchie manifatture, ora riconvertiti in uffici e studi di vario tipo, conservavano ancora i loro muri di mattoni rossi, come cicatrici di un passato che si rifiutava di svanire. Nei vicoli che li costeggiavano, l’aria sembrava sospesa tra due epoche, e camminarci dentro dava l’impressione di attraversare un frammento di tempo dimenticato. Era notte fonda quando Alessio e Raul percorrevano uno di quei vicoli, rientrando a casa dopo una serata trascorsa in un pub del quartiere. L’atmosfera del locale era rimasta attaccata ai loro vestiti: il fumo stantio, l’eco distante di un contrabbasso, la voce graffiata di una cantante che accarezzava brani di jazz elettronico. Fuori, la città sembrava trattenere il fiato. I lampioni, pochi e distanti, proiettavano ombre lunghe e deformi sull'asfalto, ancora umido per la pioggia del giorno....

L’aria era frizzante

Edo si era seduto su una panchina al centro del parco delle Esplanadi, là dove sorgeva la statua di Johan Ludvig Runeberg, di cui non sapeva nulla e su cui non aveva alcuna intenzione di informarsi. Quel parco era il cuore della città, un lungo viale alberato che si apriva come un respiro tra i palazzi del centro. File di alberi ancora spogli segnavano il percorso, mentre le aiuole, nonostante l’inverno appena passato, iniziavano a punteggiarsi di verde. Le panchine di legno scuro, alcune occupate da turisti e passanti, altre lasciate vuote, sembravano attendere nuove storie da ascoltare. Era una di quelle giornate in cui il cielo si stendeva sopra la città di un azzurro limpido, senza nuvole. Il sole, ancora tiepido, accarezzava le strade, regalando un anticipo di primavera. Edo era seduto lì, con la mente leggera, lasciandosi avvolgere dalla vita della città che scorreva intorno a lui, senza fretta. Vicino all’aiuola ai piedi della statua, un musicista suonava Sultans of Swing con u...

La processione

Quella era la sera della processione. Era buio. Era tardi. Il corteo scorreva già lungo le strade che dalla chiesa portavano al cimitero. Le pie donne si erano accodate, il resto del paese dormiva. Lei, in ritardo, indossò il suo scialle nero, prese un cero, lo accese e uscì in fretta di casa per raggiungere il portone ad arco all’ingresso della corte. Varcò la porticina incassata in uno dei due battenti e si mise ad aspettare. Il corteo sarebbe passato di lì e a breve anche lei si sarebbe unita. La strada di terra battuta era vuota. Solo il frinire dei grilli rompeva il silenzio della notte. In lontananza apparve un bagliore surreale, simile a un banco di nebbia che spezzava il buio. L’intensità aumentò, poi si divise in tante distinte luci. Erano i lumi dei ceri, che proiettavano ombre scure sui volti dalle mascelle appuntite di donne vestite di nero, il capo coperto da scialli. Il frinire dei grilli sembrò svanire. Una litania prese il sopravvento nel silenzio della notte. Il sac...

Incipit #1

Lo scroscio della pioggia copriva ogni rumore di quella sera di mezza estate. Là, sul limitare di una boscaglia, sedeva un vecchio vagabondo, la schiena appoggiata a un tronco massiccio. Era tutto avvolto nel suo tabarro nero, umido per l’acqua che cadeva incessante da diverse ore. Collo sguardo puntato all’infinito, ma forse con la mente amaramente rivolta al passato, accarezzava quasi istintivamente, con la mano destra, un cucciolo di cane. L’animale ricambiava le attenzioni leccandogli dolcemente l’altra mano. La pioggia non dava tregua, insistente e inesorabile. All’improvviso, il rumore ovattato di un galoppare iniziò a irrompere lungo la mulattiera che passava proprio davanti all’improvvisato riparo e conduceva alla vicina città di Reimar. Il rumore si faceva sempre più intenso e, nella foschia della pioggia, una sbiadita figura cominciò a delinearsi. Il cucciolo drizzò le orecchie, si staccò dal vecchio e, abbaiando, si portò sul bordo della via. Un uomo a cavallo avanzava a gra...