Tu non fai parte della mia vita
"Tu non fai parte della mia vita."
Quella frase piombava nella sua testa quando meno se lo aspettava e continuava a ripetersi in loop, come fosse una di quelle canzoni dei Daft Punk.Era in auto, era sera, era inverno. La strada davanti a sé era buia, e le silhouette degli alberi spogli si stagliavano nitide, simili a spettri interlocutori.
"Tu non fai parte della mia vita."
Perché gli aveva detto quella frase? Erano al telefono… di cosa stavano parlando? La frase risuonava chiara nella sua mente.
La strada scorreva, avvolgendo i suoi pensieri. La striscia in mezzo alla carreggiata correva senza interruzioni, e fissarla era quasi ipnotico.
"Tu non fai parte della mia vita."
Effettivamente era da un po’ che non la sentiva a voce. Si scrivevano solo per messaggio, e nemmeno spesso. Quando quel rituale della telefonata domenicale dopo pranzo aveva iniziato a svanire?
Forse dopo quella frase? Forse. Ma non ne era certo. Cercava di ricostruire il susseguirsi degli eventi, ma proprio non riusciva a mettere insieme una cronaca precisa di come le cose fossero andate.
"Tu non fai parte della mia vita."
Non ricordava cosa avesse detto prima, né cosa avesse risposto dopo… Sicuramente l’aveva buttata in caciara, perché faceva così quando le cose rischiavano di finire in un groviglio troppo complicato.
Di solito quelle telefonate andavano avanti tutto il pomeriggio, fino a sera, fino a darsi la buonanotte… e poi lei spariva per un’altra settimana.
"Tu non fai parte della mia vita."
Forse era quella la volta in cui la telefonata si era interrotta a metà pomeriggio.
Che poi, cosa vuol dire davvero far parte della vita di una persona?
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