Post

Visualizzazione dei post da gennaio, 2025

Una delle sue sette vite

Pepe aveva deciso di giocarsi una delle sue sette vite, piazzandosi proprio davanti alla porta di Lara. La conosceva da tutta la sua vita, quasi quattro anni ormai. Possibile che ancora non sapesse che lei, ogni mattina, usciva dalla stanza a razzo, lanciandosi nel buio lungo il corridoio che portava alla scala? O forse lo sapeva benissimo, ma semplicemente non gli importava. Perché Pepe era un gatto, e i gatti, si sa, fanno solo quello che vogliono loro. Ed eccolo lì, centrato in pieno dal piede di Lara, che sbuca fuori di corsa senza nemmeno accorgersi di lui. Un attimo dopo, sta già rotolando giù per le scale.  Fosse stata una partita di football, quel calcio sarebbe valso una meta perfetta. — Pepe, che ci facevi lì in mezzo?! Ma non c’era tempo di preoccuparsi. I gatti cascano sempre in piedi, no? Sicuramente non si era fatto niente. Lara, invece, doveva correre. Non aveva nemmeno fatto colazione, doveva ancora lavarsi i denti e poi filare alla fermata del bus. Il professore di...

Tu non fai parte della mia vita

"Tu non fai parte della mia vita." Quella frase piombava nella sua testa quando meno se lo aspettava e continuava a ripetersi in loop, come fosse una di quelle canzoni dei Daft Punk. Era in auto, era sera, era inverno. La strada davanti a sé era buia, e le silhouette degli alberi spogli si stagliavano nitide, simili a spettri interlocutori. "Tu non fai parte della mia vita." Perché gli aveva detto quella frase? Erano al telefono… di cosa stavano parlando? La frase risuonava chiara nella sua mente. La strada scorreva, avvolgendo i suoi pensieri. La striscia in mezzo alla carreggiata correva senza interruzioni, e fissarla era quasi ipnotico. "Tu non fai parte della mia vita." Effettivamente era da un po’ che non la sentiva a voce. Si scrivevano solo per messaggio, e nemmeno spesso. Quando quel rituale della telefonata domenicale dopo pranzo aveva iniziato a svanire? Forse dopo quella frase? Forse. Ma non ne era certo. Cercava di ricostruire il susseguirsi de...

Come al mercato del pesce

In fondo era un eterno ragazzo, diciamo anche bambinone. La sua storia con Mara si era già chiusa da un paio di anni. Lui era alla soglia dei cinquant'anni, e ora? Come si ricominciava a scrivere un nuovo capitolo? Le app di incontri erano all'ordine del giorno. 'Proviamole', si era detto, spinto dalla curiosità e dalla voglia di novità. Ma ben presto aveva scoperto che quel mondo era un po' come un bazar: tante proposte, poche occasioni concrete, e soprattutto, un'atmosfera che lo lasciava perplesso. Certo, tutti parlavano di successi, di incontri fortunati... di serate memorabili. Lui cosa voleva? Non cercava una signora, in fondo si sentiva ancora venticinquenne. Si ma non cercava certo una venticiquenne, forse trentacinque era la soglia minima da cui iniziare a selezionare. Scorreva i profili con curiosità e un pizzico di timore. 'Non voglio annoiarmi', 'Basta frasi fatte', 'No a casi umani', 'non iniziate con ciao'... E lui? ...

L’importante era crederci

Era appena rientrato a casa. Mentre si toglieva la giacca, il suo sguardo si posò sull'albero di Natale addobbato, e già pensava al giorno dopo. Domani sarebbe stata l'Epifania, l'ultimo giorno di ferie. Il giorno in cui si smonta l'albero e, anche per quest'anno, il Natale si sarebbe concluso. Un tempo, il pensiero di spostare i Re Magi davanti alla capanna del presepe gli dava una certa soddisfazione. Ora, invece, vedere quelle decorazioni gli provocava un senso di fastidio, come un compito da sbrigare. Un mese prima aveva tirato fuori i cartoni del Natale con entusiasmo. Sistemare l'albero, appendere le luci e decorare la casa lo faceva sentire felice, quasi euforico. Ora, quelle stesse luci, che lampeggiavano pigre, gli sembravano un peso. Il Natale era diventato una parentesi sospesa, in cui tutto si fermava: giorni pieni di pranzi, regali e promesse che spesso finivano dimenticate. Ma, si diceva, forse è giusto così. Le cose belle devono durare poco. È per...